
Sviluppo sostenibile
Il concetto di sviluppo sostenibile è nato ed è stato formalizzato nel 1983, anno in cui le Nazioni Unite hanno istituito la Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo, meglio nota come “Commissione Brundtland” dal nome del Ministro dell'Ambiente norvegese Gro Harlem Brundtland. Secondo la Commissione: lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Negli anni questa definizione di forma è diventata una definizione d'azione portando i governi sia a livello globale, ma soprattutto a livello locale, a darne applicazione concreta mediante politiche che permettano di migliorare la qualità della vita, garantire la crescita economica e il benessere dei cittadini e allo stesso tempo garantire la tutela del territorio e della natura in cui vivono.
Le amministrazioni locali hanno a disposizione una serie di strumenti per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile la cui applicazione è incentivata finanziariamente sia a livello europeo che nazionale.
Alcuni esempi di strumenti finalizzati allo sviluppo sostenibile:
la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 edizione 1996, norma internazionale volontaria emanata dall'ISO (International Organization for Standardization) applicabile a qualunque organizzazione che definisce i requisiti per implementare un Sistema di Gestione Ambientale nell'ottica del miglioramento continuo;
la registrazione EMAS, regolamento europeo n. 761/2001 che permette alle organizzazioni di applicare il sistema di gestione ambientale contenuto nella ISO 14001 e le obbliga a dichiarare all'esterno il proprio impegno e i risultati raggiunti mediante una Dichiarazione Ambientale convalidata da un organismo esterno;
la contabilità ambientale che permette di misurare le risorse finanziarie dell'ente destinate alla salvaguardia e alla gestione dell'ambiente;
Agenda 21, documento adottato alla conferenza delle Nazione Unite su Ambiente e Sviluppo svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992. E' uno strumento che permette all'autorità locale, attraverso la consultazione dei cittadini e delle imprese, di acquisire i dati necessari per pianificare gli obiettivi e le azioni per lo sviluppo sostenibile del proprio territorio per il 21° secolo.
Un ente locale può applicare uno o più di questi strumenti volontari facilitato dal fatto che molte metodologie e procedure sono comuni a tutti.