Il Santuario è una zona marina di 87.500 km² che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano.
L’originalità del Santuario Pelagos per i mammiferi marini del Mediterraneo è insita nel fatto che esso costituisce un’area gestita da tre Paesi in un territorio costiero e di alto mare. E un "ecosistema di grandi dimensioni" che presenta un notevole interesse scientifico, socio-economico, culturale ed educativo. In termini molto generali, l'insieme del Santuario può essere considerato come una subunità biogeografica distinta del Grande Ecosistema Marino (LME – Large Marine Ecosystem) del Mediterraneo.
Questa subunità è caratterizzata da una maggiore produttività causata da una varietà di meccanismi di fertilizzazione che aumentano il livello di produzione primaria: le acque costiere, l'effetto differito del mescolamento invernale, zona frontale, fenomeni di upwelling e strutture complesse che comportano divergenze e convergenze.
Una stima approssimativa elenca più di 8.500 specie di animali microscopici che rappresentano tra il 4% e il 18% delle specie marine mondiali. Questa biodiversità è notevole, in particolare per quanto riguarda il numero dei predatori al vertice della catena trofica, come i mammiferi marini, perché il Mediterraneo rappresenta solo 0,82% della superficie e il 0,32% del volume degli oceani del mondo.
Tuttavia, la biodiversità all'interno di questa sub-unità dell'Ecosistema Marino di Grande Dimensione del Mediterraneo subisce la pressione combinata delle fluttuazioni naturali dell’ambiente e gli impatti delle attività umane.
Mammiferi marini del Santuario
Nel Santuario Pelagos sono relativamente diffuse 8 specie di mammiferi marini. Sono tuttavia presenti anche alcune specie non descritte qui, ma poco osservate (rare o accidentali). Si tratta, per esempio, della megattera, dell'orca e della focena. Le ricerche si concentreranno sulle 8 specie più diffuse, oltre che sull'unica specie di pinnipede presente nel Mediterraneo, ma assente dal Santuario: la foca monaca.
Dimensioni | Colore | Particolarità | Specie |
> 15 m | Dorso grigio ventre chiaro |
Testa triangolare e fanoni, con colorazione asimmetrica. Soffio verticale e piccola pinna arretrata | Balenottera comune |
> 10 m | Grigio scuro | Grigio scuro, testa massiccia dal profilo "quadrato", soffio orientato anteriormente a sinistra, piccola pinna dorsale triangolare | Capodoglio |
5 a 10 m | Corpo grigio testa chiara | Pinna dorsale nella parte posteriore del corpo | Zifio |
5 a 10 m | Nero e grigio scuro | Testa tonda e globulosa, pinna bassa e larga, ricurva all'indietro | Globicefalo |
2,5 a 5 m | Grigio scuro a macchie biancastre | Assenza di rostro (fronte piatto), pinna dorsale al centro del dorso, cicatrici sul corpo | Grampo grigio |
2,5 a 5 m | Blu e bianco | Blu e bianco Rostro corto e ben evidente, fianco grigio | Tursiope |
> 2 m | Blu scuro e bianco | Fianchi contrassegnati da una "V" bianca | Delfino comune |
< 2 m | Blu nero e bianco | Strie scure sui fianchi Una tipica fiamma bianca parte dai fianchi verso la pinna dorsale |
Stenella striata |
2 a 2,5 m | Corpo brunastro con macchia bianca sul ventre | Pinne anteriori incapaci di sostenere il corpo a terra, assenza di padiglione auricolare | Foca monaca |
Mattina da Lunedì a Venerdì dalle 9,00 alle 12,30
Pomeriggio il Martedì e il Giovedì dalle 15,30 alle 17,00